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Parole…parole…parole…

Posted by Taianokai on Novembre 20, 2012

Parole…parole…parole…

“Che cosa sei… che cosa sei… che cosa sei…
non cambi mai.. non cambi mai… non cambi mai…”
immagine da: trool.it

Inforcando gli occhiali dell’intuizione si può intravedere, per cosi dire, il sacro nel profano, il quale non è altro che una deformazione, una banalizzazione del sacro perpetrata dall’uomo. Di fatto, solo il sacro è reale, mentre l’illusione del profano può sorgere soltanto per lo scellerato intervento umano.
Una bella canzone degli anni Settanta può costituire l’opportunità di inquadrare molto appropriatamente la figura del moderno “filosofo”, termine che scriviamo tra virgolette per significare ciarlatano, ossia il velleitario “amante della Sapienza” che non sa fare altro che perdersi nelle proprie chiacchiere. Oggigiorno di questi “filosofi” ce n’è una pletora dilagante un po’ dappertutto (sono una legione, per usare un termine evangelico) e plagiano sfacciatamente non soltanto se stessi  ma, cosa ancor più grave, chi pende dalle loro labbra.
I “filosofi” di tal fatta costituiscono una schiatta del tutto speciale di ciarlatani auto-referenziali, che si auto-accreditano facoltà speciali, conoscenze speciali, collegamenti iniziatici speciali ed altre panzane del genere.


Il ciarlatano
opera di Vincenzo Sartorio
da: premioceleste.it


Notare come l’artista abbia magistralmente rappresentato sul volto la confusione egocentrica e ciarliera che lo deturpano: la bocca sproloquiante fa il paio con gli occhi rattrappiti, segno dello sforzo che il ciarlatano deve compiere per auto-accreditarsi davanti agli sprovveduti e che gli fa contrarre una sorta di cefalea psicosomatica che conferisce al volto medesimo un’espressione a dir poco inquietante.

La faccenda assume toni particolarmente drammatici – e patetici – allorché si tratti di ciarlatani, chiamiamoli così, occidental-orientalisti, pagani fino alle midolla travestiti da cattolici che, minestrone assicurato, esercitano un’Arte marziale (loro che, essendo ciarlatani, di marziale hanno poco, anzi niente), e ciò non per penetrarne il senso, dato che la loro facoltà speciali, conoscenze speciali e collegamenti speciali  rendono superflue tali discipline, bensì per utilizzarle come specchietto per allodole, merli e beccacce.
Ma ora, tornando a noi, apprestiamoci a vedere l’attore Alberto Lupo nei panni del “filosofo” che corteggia (termine squisitamente cavalleresco) la Sapienza rappresentata dalla cantante Mina. Facciamo bene attenzione al dialogo, tra le cui frasi, che mirabilmente si alternano dense di significato, ne spicca una, pronunciata dalla Sapienza, nella quale è la chiave della faccenda. Peccato che il “filosofo”, da quel ciarlatano che è, resti sordo al prezioso suggerimento.

Mina & A. Lupo – Parole…parole…parole…