Feb
08

La corsa, lo zen e la spada

Posted by Taianokai on Febbraio 8, 2010

LO ZEN E L’ARTE DELLA SPADA

Sicuramente vi starete chiedendo cosa centra “la spada” con la corsa. Al dire il vero all’inizio anch’io non potevo immaginare la stretta correlazione con queste due discipline all’apparenza solo fisiche. Quando mi trovai dinnanzi questo libro del monaco zen, Takuan Soho, “Lo zen e l’arte della spada” non avrei mai immaginato che sarei riuscito a trasferire quelle indicazioni nel mondo della corsa, ma poi mi resi conto che invece “la spada” e “la corsa” facevano parte dello stesso mondo. Una pratica sportiva, ma che se vista dal punto di vista spirituale e non solo materiale, ti conduce a vivere quella attività con un rapporto completamente diverso. Per gli occidentali la spada è un’arma, uno strumento offensivo e di espressione della potenza individuale. Nulla di più lontano rispetto alla concezione zen, per cui essa è simbolo di potere e purezza, di virtù, di onore e di autorità divina. Sapersi destreggiare con la spada (e con la corsa), fermarsi a contemplare e a lucidarla (sistemare abbigliamento e scarpe da corsa) sono azioni che entrano a far parte integrante dell’esercizio spirituale.

Vediamo di analizzare diversi concetti menzionati e presenti nel libro di Takuan Soho, ove parla di “Luogo di stallo della mente”, ove la mente si ferma. Quando la mente si ferma trattenuta da un oggetto, da un’azione, da una riflessione, da una preoccupazione di qualsiasi natura. Secondo l’autore, facendo riferimento alla spada, la mente può essere preoccupata della spada in sé, e non permette ai movimenti dello spadaccino di essere liberi e decisi. Quindi, è fondamentale che “la mente non venga trattenuta da nessuna azione, dalla visione che la spada si muove per colpire, mentre è altresì fondamentale entrare in sintonia con il ritmo della spada che avanza”.

Tutto ciò lo si può rapportare alla corsa, quante volte la nostra mente è offuscata da pensieri? Da azioni quotidiane che si rivivono nella nostra mente? Dalla gente che passa per strada mentre si corre? Da tutto quello che ci circonda? E non si è concentrati su quello che si sta facendo e non si riesce a vivere a pieno il momento presente. Questo modo di approcciarsi alla corsa, questa mente che risulta in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo distratta, non porterà altro che a fare delle azioni durante la corsa senza che fruttino nessun risultato sperato.

Secondo Takuan Soho, parlando dell’arte della spada dice che: ” è fondamentale raggiungere la saggezza invariabile, cioè quando la mente non si ferma affatto in nessun luogo, in nessuna azione. Quando si è di fronte a un albero, se si guarda una sola delle tante foglie rosse, non si vedranno tutte le altre. Quando invece l’occhio (e la mente) non si concentra su nessuna foglia, e si sta davanti all’albero con la mente vuota, si vedrà un numero infinito di foglie”. Per spiegare meglio il concetto, il monaco zen, parla del “principiante”, che non sapendo nulla a riguardo della posizione corretta del corpo o del modo di tenere la spada, la sua mente non sarà condizionata da alcunché.

Metaforicamente parlando, è la stessa cosa rapportata alla corsa, quando un podista principiante si avvicina alla corsa non sa nulla e riesce a godere della bellezza della semplice corsa, riesce ad assaporare e vivere la corsa in modo spensierato senza nessun obiettivo alcuno, riesce a correre senza pensare e esserne condizionato. Mentre, un podista esperto, che pensa di sapere tutto su come doversi allenare, su come dover infondere informazioni ai propri amici, sull’aver trovato il programma magico per farlo correre sempre più veloce, non fa altro che rischiare di rimanere deluso giorno dopo giorno, quando noterà che la sua corsa sarà più mentale che fisica. In quel caso egli sarà con la sua mente nel “luogo di stallo”, bloccherà la sua corsa che non sarà più naturale, ma pensata, costruita.

Secondo, Takuan Soho, è fondamentale ricercare lo stato della “Non -mente – Non – Pensiero”. Quando si è entrati in questo stato mentale il capo, le braccia, le mani, le gambe, sanno quello che devono fare senza che la mente ne sia coinvolta più di tanto”. Per farvi capire meglio il concetto, ricordate la scena del film “L’ultimo Samurai”, quando Tom Cruise impara a utilizzare la spada e le prime volte invece di colpire pensa, osserva l’avversario, la spada, la gente intorno. Successivamente quando un piccolo samurai gli si avvicina e gli sussurra nell’orecchio : “troppa mente, mente spada, mente avversario, troppa mente. Non mente – non pensiero”. Tutto ciò per fargli capire che dovrebbe agire e non pensare, dovrebbe lasciar fluire i pensieri e non concentrarsi.

Stessa cosa accade a ogni amante della corsa quando invece di correre, pensa, pensa, pensa. Non si riesce a vivere a pieno dell’ora di corsa, la mente va ai pensieri, alle faccende quotidiane, a quello che dovrei fare dopo la corsa, e non si è mai presente nel “qui & ora”! Fino a quando avremo la mente pensante anche durante la corsa non avremo modo di vivere la corsa a 360°, e non faremo altro che correre con il fisico, senza entrare in una dimensione più spirituale e rilassante della corsa.

Altro concetto che vorrei prendere in considerazione per mettere in relazione la spada e la corsa è il concetto (metafora) evidenziato da Takuan Soho “dello spazio in cui nemmeno un capello può entrare” . Egli dice che esiste uno spazio così esiguo in cui nemmeno un capello può entrare. Prendendo come esempio la spada, analogamente se la mente si ferma a considerare la spada che sta per colpire, vi sarà uno spazio intermedio e l’azione sarà già perduta e improduttiva. Il contrario se questo spazio non c’è, ci sarà la conquista dell’altra spada. Nel mondo Zen il fermarsi della mente su un aspetto o un’azione, si definisce “illusione”.

Considerando la corsa si può affermare che tutto ciò accade nel momento in cui stiamo percorrendo la nostra strada, i nostri chilometri, e ci stiamo concentrando sul ritmo di corsa, e all’improvviso nella nostra mente si acutizza un pensiero sul “quanto manca alla fine”? Allora in quell’attimo noi perdiamo il contatto con quello che stiamo facendo, con l’equilibrio che abbiamo trovato sul focus del ritmo fino a quel momento dell’allenamento. Mentre dobbiamo fare in modo che “nemmeno un capello (pensiero forviante) possa entrare” nella nostra mente a offuscare la nostra pace dei sensi, la nostra concentrazione.

Al tempo stesso sempre il monaco zen prende in riferimento il concetto “dell’azione della scintilla e del sasso”, cioè non appena si colpisce il sasso, appare la scintilla. Non vi è intervallo o spazio, manca lo spazio che potrebbe fermare la mente. Questa è riprova che la mente non deve essere distolta da oggetti, dall’avversario, dal fatto di agire velocemente o lentamente. La mente in questo caso è fermata dalla stessa considerazione. E’ necessario che la mente non sia trattenuta o occupata da nessuna azione o pensiero.

Se devo correre per 30 km a un determinato ritmo non devo essere condizionato dal pensiero di correre a quel determinato ritmo che potrebbe limitare e bloccare la mia corsa, ma devo fare in modo che la mia mente sia libera e il mio corpo corra liberamente senza occupazioni.

Per rendere la vostra corsa non solo un’attività fisica che muove solo il vostro corpo, fate in modo di mettere in pratica quello che il monaco zen dice a proposito dell’arte della spada, e sicuramente apprezzerete in maniera differente la corsa!

Buona corsa meditativa!

Ignazio Antonacci

La Tai-A no Kai ringrazia l’autore per la concessione dell’articolo.