Gen
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Lo Specchio infranto

Posted by Taianokai on Gennaio 11, 2012

a cura del Senpai

Roma,  un pomeriggio qualsiasi – Dalle pagine del bel libro di C.S. Lewis “Le lettere di Berlicche”, che riprendo per leggerlo di nuovo, scivolano via  due foto di una lezione mattutina di Spada (in primo piano il sottoscritto).

Sul retro la data: 3 novembre 2004. Luogo: il Waseikan, immerso nella campagna tra Monterosi e Nepi a nord di Roma. La situazione: TUTTI gli allievi del Dr. Placido Procesi, ancora vivente, UNITI nellAccademia Romana Kyudo, a 23 anni dalla sua fondazione, e TUTTI LEGITTIMATI a frequentare il Waseikan voluto proprio dal Dr. Procesi.
È una mattinata luminosa. Intorno alla stupenda struttura lignea la natura incontaminata fa da cornice. L’aria è fresca e profumata d’erba. Come lieto accompagnamento, il cinguettare dei passeri.
Secondo la consuetudine, alla lezione della Compagnia della Spada seguirà quella della Compagnia dell’Arco. Quindi, dopo aver atteso ai vari lavori, si mangerà qualcosa insieme in giocondo spirito di fratellanza.
O almeno così sembra.
Di fatto, la cronaca nuda e cruda così registra e smentisce:  vedi 11 Ottobre, Waseikan, Trentennale.

Come se non bastasse, nel Novembre 2011 un gruppo di allievi del Dr. Procesi costituisce la Roma Kyudo Kyokai, quarto gruppo costituitosi dalla DISINTEGRAZIONE scoppiata nel 2006.

Ora, a differenza di coloro (forse la totalità?) che in quanto allievi del Dr. Procesi vorrebbero esorcizzare la DISINTEGRAZIONE relegandola nel “passato”, il sottoscritto ritiene che questa sia ancora IN ATTO, e che TUTTI gli allievi del Dr. Procesi, se non vogliono definitivamente infangarne la memoria, debbano almeno NON DIMENTICARE.

TUTTI gli allievi del Dr. Procesi non dovrebbero ignorare che niente “passa” bensì scorre nel Presente senza poterne evadere. Di conseguenza, ogni evento resta indelebilmente stampato nel Presente. E se il Presente è l’Eterno, e dunque l’Infinito, nulla può collocarsi fuori di Esso. E proprio per questo, ogni allievo del Dr. Procesi, lo voglia o meno, reca impressa l’INFRAZIONE del Grande Specchio nel piccolo specchio della propria mente, ancorché archiviata nel dimenticatoio. Sennonché la dimenticanza non cancella il FATTO.

La calligrafia qui sopra si può leggere Shi mu ja o anche Omoi yokoshima nashi, e significa: un cuore libero da pensieri e sentimenti disonesti, ingiusti, viziosi, malevoli e maliziosi. La citazione è facile. Molto facile. Ma quali pensieri e sentimenti albergano reciprocamente nel cuore degli allievi del Dr. Procesi? Cosa pensano e sentono gli allievi di una qualsiasi delle quattro associazioni nei confronti dei loro pari disintegrati e sperduti nelle altre tre? L’inconfutabile risposta è nello Specchio TUTTORA INFRANTO.

La verità era uno specchio che cadendo si ruppe.
Ciascuno ne prese un frammento
e vedendo riflessa in esso la propria immagine
credette di possedere l’intera verità.

Jalaluddin Rumi