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Pellegrinaggio a San Galgano

Posted by Taianokai on Luglio 22, 2011

«…e, non potendo fare una croce di legname,
si prese la spada ch’egli aveva a llato
e in luogo di croce su la dura pietra la ficcò,
la quale insino al dì d’oggi è ne la pietra fitta»

da: La leggenda di Santo Galgano confessore, secondo il Codice Chigiano della Biblioteca  Vaticana

Sei Allievi della nostra Scuola hanno partecipato al pellegrinaggio compiuto Domenica 10 Luglio 2011 all’Eremo (la “Rotonda”) di San Galgano a Montesiepi in Val di Merse (Siena), lasciandosi attrarre e guidare, si potrebbe dire, dal fascino della Spada.

L’Eremo

Davanti all’ingresso dell’Eremo

La suggestiva cupola dell’Eremo

«La cupola svetta con numerosi cerchi verso l’alto, creando una spirale ascendente, ritenuta nel Medioevo il simbolo dell’uomo che sale verso il Creatore; il cerchio, inoltre, era ritenuto la figura dell’infinito e della perfezione, in quanto senza angoli e con ogni suo punto equidistante dal Centro. I cerchi sono quarantotto e si alternano in pietra e in cotto, creando una veduta suggestiva ed evanescente.
I motivi esoterici della cupola sono diversi: essa ricordava al Cavaliere medievale il Sepolcro di Gerusalemme racchiuso dai Crociati in una Chiesa rotonda; infine la felice fusione tra il tamburo e la cupola crea un perfetto calice rovesciato, probabile allusione al Graal, il vaso sacro, ricercato dai Cavalieri in ricordo dell’Ultima Cena di Gesù.
Anche il sole è protagonista in questa armoniosa costruzione: le finestre monofore e la porta centrale riprendono i raggi solari e li proiettano sull’elsa della spada, come omaggio della natura verso il simbolo della pace. Inoltre, la porta principale è “fuori di asse” per unire in linea diretta l’altare e la tomba del Santo con Chiusdino, suo paese natio».

San Galgano, testo di Vito Albergo e foto di Andrea Pistolesi, 1990.

L’interno dell’Eremo

Ugolino Lorenzetti (1325), San Galgano (1148-1185)

«L’infissione  della spada nella roccia da parte di Galgano è un gesto di limpida sacralità in cui figura un elemento miracoloso, quello del comportarsi della dura roccia come morbida cera, a simbolo della permeabilità del cuore già indurito, reso ora tenero e disponibile dalla conversio, nei confronti di quel messaggio della croce alla quale la forma stessa della spada richiama […]
Infiggendo la spada nella roccia che sta sul vertice del monte, Galgano si propone come nuovo Abramo che sacrifica se stesso come nuovo Isacco al Signore; adorando la spada della quale ha fatto una croce, egli ne riconosce, in realtà, la sua autentica natura, la sua realtà più vera, e insieme comprende l’essenza della sua vocazione di cavaliere della cavalleria celeste. Presso quella roccia sormontata dalla croce-spada e divenuta una sorta di rustico altare, Galgano vivrà da allora fedelmente la sua sequela Christi ».

Franco Cardini, SAN GALGANO E LA SPADA NELLA ROCCIA, Cantagalli 1994.

Davanti alla splendida abbazia gotico cistercense nelle vicinanze dell’Eremo

L’Abbazia e, sullo sfondo, l’Eremo. Il silenzio degli antichi monaci pervade ancora questo luogo speciale.

Uno scorcio in cui si intravede il tetto fatto di Cielo

Fiore della Vita dipinto sulle volte dell’aula
capitolare dell’Abbazia
Fonte: www.angolohermes.com